La Confraternita é invitata all’Anno Santo del 1750


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Conoscere La Storia della Confraternita  Invito all’Anno Santo del 1750


Indice

 


L’indizione del Giubileo del 1750

Il papa Benedetto XIV (già cardinale Prospero Lambertini, arcivescovo di Bologna, e pontefice dal 1740 al 1758) indisse il diciottesimo Giubileo, che si celebrò nel 1750, con la bolla Peregrinantes a Domino, emanata il 5 maggio 1749.

Nello stesso mese di maggio i membri dell’Arciconfraternita romana del Gonfalone inviarono a tutti i sodalizi aggregati una lettera nella quale, esprimendo la loro sollecitudine affinché i confratelli associati non fossero esclusi dai grandi benefici che l’Anno Santo avrebbe apportato, si dichiaravano disponibili ad accogliere e ospitare per tre giorni nelle loro sedi i pellegrini che si fossero recati a Roma, per alleviarne la fatica dei viaggi e i disagi della città affollatissima in occasione del Giubileo.

Pierre Subleyras, Papa Benedetto XIV, 1741.
Versailles, Musée du Château.

 

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L’assistenza ai pellegrini dei Giubilei era del resto un’attività consueta all’Arciconfraternita del Gonfalone, che specialmente nel Seicento vi si era impegnata con gran dovizia di mezzi.

“Il «servitio dell’alogio delle compagnie agregate» costringeva ad un notevole esborso finanziario come dimostrano i conti rigorosamente mantenuti dai confratelli. Particolarmente dispendiosa era, soprattutto, la tradizione (forse poco spirituale ma molto sentita nei decenni del Barocco), di allestire per i pellegrini fastosi addobbi. Evocativi dei misteri della fede, gli apparati scenici miravano a suscitare forti emozioni nei devoti […] rendendo memorabile l’evento giubilare, ma ne derivava una vera e propria dispendiosissima gara fra le confraternite romane a chi allestisse le ‘macchine’ più appariscenti. Le carte del Gonfalone ricordano un «festarolo» Geronimo Pisone assunto a suon di scudi per addobbare Chiesa e Oratorio” ( ↑ www.gonfalone.org/la-nostra-storia).

Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, Roma,
facciata.

Oratorio del Gonfalone, Roma, interno.

 

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Lettera inviata dall’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma alla Confraternita di Santa Maria Assunta di Palmaro, 31 maggio 1749

Lettera inviata dall’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma.

Note Legali

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Traduzione dal Latino a cura di Claudio Bevegni e Lilli Ghio

Signori Fratelli in Cristo Venerabilissimi

Alla vigilia della Santissima Natività di Nostro Signore Gesù Cristo a Roma finalmente si aprirà la faustissima celebrazione del Giubileo universale, o Anno Santo, che avrà termine, come da tradizione, entro la fine dell’anno successivo: grazie quindi a questa favorevole occasione il Pontefice Romano per la felicità di tutti i Cristiani elargirà i più grandi Tesori della Chiesa da acquisire in grande abbondanza attraverso indulgenze, remissioni e meriti.

Noi dunque, Fratelli in Cristo venerabilissimi, non avendo nulla di più a cuore che tutti quelli, che hanno dato il nome a Sodalizi aggregati alla Venerabile Nostra Arciconfraternita del Santissimo Gonfalone, non siano privati della comunione di tanto Bene: per alleviare la fatica dei viaggi e per tener lontani i disagi della città affollatissima in quel tempo, nelle nostre Sedi per questo opportunamente allestite con il più grande affetto vi invitiamo, dove sarà nostra cura sia accogliervi onorevolmente, sia ospitarvi per tre giorni con Cristiano amore e Carità, come del tutto esige la Fraternità con voi contratta attraverso l’aggregazione.

Affinché poi tanto il primo incontro, che vi sarà con voi in pubblico alle Porte della Città, quanto l’ospitalità, che seguirà, siano preparati con senno e ordine nel modo migliore possibile, questo a voi con forza chiediamo, che per mezzo di un uomo a voi noto, e in questa città dimorante, almeno due mesi prima del vostro arrivo abbiate cura di avvertirci, avendo espresso il preciso numero dei Fratelli e delle Sorelle, che si metteranno in tanto Santo viaggio.

Sarà inoltre di grandissimo vantaggio per noi, se quattro giorni prima, del vostro arrivo nell’Urbe, manderete a noi qualcuno dei vostri, che avverta che voi state giungendo, e nello stesso tempo mostri la notula approvata dall’Ordinario di voi tutti, o dal suo Vicario Generale in Spiritualibus.

Roma, addì 31 maggio 1749

[Seguono le firme]

P.S. Sarà cosa gradita, se non tralascerete di ricordarci il giorno, il mese e l’anno, in cui avete ottenuto l’aggregazione.
 


Trascrizione della Lettera inviata dall’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma

La lettera dell’Arciconfraternita romana del Gonfalone e la risposta, datata 22 novembre 1749, della Confraternita di Santa Maria Assunta di Palmaro sono trascritte nel “Libro dei Decreti, 1719-1761” di quest’ultima, conservato nell’Archivio dell’Oratorio.

Copia della Lettera Circolare trasmessa alla Nostra Confraternita di S. Maria Assunta di Palmaro Pieve di Voltri dalla Venerabile Arciconfraternita del Santissimo Confalone di Roma in Occasione del prossimo Venturo Anno Santo 1750, essendo aggregata la nostra Confraternita alla Suddetta Venerabile Arciconfraternita del Santissimo Confalone.


 


Trascrizione della Lettera inviata dall’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma.

Note Legali

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Lettera risponsiva mandata dalla Confraternita di S. Maria Assunta di Palmaro

Copia della Lettera risponsiva mandata alla Venerabile Arciconfraternita del Santissimo Confalone di Roma dalla Nostra Confraternita di S. Maria Assonta di Palmaro.

Copia della risposta Lettera risponsiva mandata dalla Nostra Confraternita di S. Maria Assunta di Palmaro.

Note Legali

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Nella lettera i confratelli palmaresi, pur riconoscendo il “paterno affetto” con cui i membri dell’Arciconfraternita romana li invitano a recarsi “ nell’Alma Città di Roma per essere partecipi delle grazie, e Spirituali Tesori, che sua Santità in tal Anno abbondantissimamente comparte”, dichiarano la loro impossibilità a intraprendere il pellegrinaggio poiché reduci dalla recente guerra, la guerra di successione austriaca, che dal 1746 fino ai primi mesi del 1748 aveva visto anche tante aree del Ponente genovese occupate e devastate dalle truppe nemiche (austriache e piemontesi).

La lettera infatti così prosegue:

“ma sicome li dissagi sofferti nella passata guerra non ci permettono l’intraprendere per hora un tal viaggio, essendo stato il nostro paese molto esposto al bersaglio della truppa nemica, preghiamo per tanto VS. Loro a compatire la nostra insufficienza, e persuaderli, che dove saremo, li loro ceni daranno sempre legge alla nostra voluntà, che in altra occasione non mancherà di godere i Loro favori, e intendendo essere cosa molto grata a VS. Loro il parteciparLe il giorno, Mese, e Anno, in cui VS. Loro si sono compiaciuti di aggregarci alla Loro Venerabilissima Arciconfraternita del Santissimo Confalone, ciò è seguito il giorno 28 Maggio del 1736 come dalla Bolla a noi trasmessa appare”.

La lettera risulta stilata “dalla Nostra Confraternita della Santissima Assunzione della B. Vergine Maria di Palmaro il giorno 22 novembre 1749” e firmata da “Giovanni Mantero Priore” e “Gio. Batta Randone Sottopriore”.
 


Bibliografia

Sulla vicenda si veda anche: L. Venzano, Arciconfraternita N.S. Assunta Prà Palmaro, Genova 1998, pp. 57-58.
Sul coinvolgimento delle località del Ponente genovese nella guerra (1746-1748), cfr. Ibidem, pp. 52-56.

Note Legali

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